Ce ne fossero di Flop!
- Laura Berti
- 22 gen 2020
- Tempo di lettura: 3 min
No! Non parlerò in questo post di flop nel senso comune del termine, ma di Flop, il pupazzo arancione dalle sembianze di coniglio che accompagna Bing, il dolce coniglietto nero dell’omonima serie animata.
Da qualche mese, per “necessità familiare” mi capita di vedere al mattino questo cartone.
Ad essere sincera, a prima vista, distrattamente, questo cartone mi sembrava alquanto scialbo: un coniglietto un po' piagnucoloso e un po' goffo.
Poi, parlando con altri genitori, i cui figli ne erano letteralmente affascinati (zaini, vaschetta della merenda etc tutto rigorosamente del coniglietto nero), mi hanno fatto notare come fosse, anche per loro adulti, la proposta televisiva migliore “in circolazione”.
E non perché poi, finito il cartone, dovevano correre in edicola o nel negozio di giochi più vicino a comprare gli ultimi accessori o perché i loro figli si perdessero davanti alla tv, ma perché gli episodi, per come sono strutturati, trasmettono tranquillità e pacatezza, sono brevi, semplici da capire, chiari e al tempo stesso dettagliati nei minimi particolari ( anche la rappresentazione degli interne domestici, dei negozi è curata nei minimo particolari. Sembra un po' di avere tutti un qualcosa che ha anche Bing); alla fine hanno sempre un breve riepilogo di quanto successo; trattano di situazioni comuni e quotidiane nelle famiglie. ( aggiungerei IN TUTTE LE FAMIGLIE, in quanto il cartone è originario della Gran Bretagna, quindi sono uguali le difficoltà per tutti i Bing del mondo!).
Dopo quella discussione, ho guardando con più attenzione l’episodio successivo. E….perbacco sì! Strutturato in modo davvero funzionale: un’introduzione, in rima, che risulta subito orecchiabile e ci introduce a quanto succederà, lo svolgimento vero e proprio dell’episodio ( in cui il coniglietto si torva in una situazione di iniziale difficoltà ), un riepilogo in cui si evidenziano le relazioni di causalità e come le difficoltà siano state superate, un chiusura sempre uguale del pupazzo Flop che rimane impressa nella mente.
Carino!
Anche se, essendo digiuna del cartone stesso “Bing”, oltre che di cartoni per bambini così piccoli ( per me i canali dal 42 del digitale prima non erano nemmeno contemplati), ho girato un po' su internet perché non mi erano chiare le dinamiche e i ruoli dei personaggi.
Ok, Bing è il protagonista. E gli altri Pando, Sula, Coco e Charlie sono i suoi compagni di gioco, ma chi sono quegli animaletti di pezza che stanno sempre insieme a loro e li aiutano?
Come sempre Google è una fucina di informazioni, positive e negative: chi afferma che i pupazzi siano un alter ego immaginario di Bing & Co, frutto solo della sua immaginazione, chi dice che i pupazzetti siano i genitori di Bing visti dal punti di vista del coniglietto ( quindi un mondo a misura di bambino in cui i grandi sono pupazzi), chi sottolinea come il nome “Flop” riguardi solo l’insuccesso del coniglietto e così via….Beh, la mia curiosità era tanta che ne ho letti abbastanza di articoli!
E tra tutti mi sento di condividere la riflessione che fa Carlo Francesco Ridolfi nel suo articolo in Tavola Rotonda ( che vi invito a leggere https://www.occhiovolante.com/2019/bing-educare/ ).
Flop è un educatore, forse È l’educatore che, come scrive Ridolfi, riassume in sé “tutte le virtù pedagogiche: è calmo, paziente, saggio”, sempre, ogni volta che deve affrontare le difficoltà del suo piccolo Bing, appunto gli insuccessi.
Che gli sia stato dato per questo il nome di “Flop”, ovvero “insuccesso” ?
Lo stesso Ridolfi lancia una provocazione, che rilancio a chi sta leggendo: “ È forse il destino di qualsiasi educatore, quello di essere più probabilmente vicino ad un flop, ad un fiasco, che non a un successo misurabile in concreto nel tempo?”
Bing non sa fare l’hula hop e Flop lo incoraggia, Bing ha paura e Flop lo rassicura, Bing rompe un gioco e Flop lo fa riflettere, Bing piange perché Pando ha rubato il suo cestino merenda e Flop gli dà spunti per trovare la soluzione.
Insomma ogni volta che Bing non riesce, si scoraggia, si arrabbia, fa i capricci, Flop è lì a fianco, non si sostituisce, lo sostiene, lo incoraggia, gli fa vedere la stessa situazione da altri punti di vista fino a che non è lo stesso coniglietto che trova la strada, la SUA strada. Flop fa prendere coscienza, lo fa riflettere, permette a Bing di farsi domande, lo stimola nella formulazione di un pensiero, il SUO.
Ridolfi continua, poi, il suo interessante intervento( per chi volesse leggere l’intero articolo https://www.occhiovolante.com/2019/bing-educare/) descrivendo l’ansia comune a tutti gli educatori di voler vedere i risulti della propria azione pedagogica e propone quanto sarebbe meglio educare o preparare ad affrontare consapevolmente l’insuccesso piuttosto che esporre a “falsi successi”.

Grazie. Laura.
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